Idrocolonterapia


Che c’è di più duro d’una pietra e di più molle dell’acqua? Eppure la molle acqua scava la dura pietra. Ovidio

IDROCOLONTERAPIA: DALL’ACQUA IL BENESSERE PROFONDO

L’umanità, in un passato molto lontano dal nostro, poteva prendersi maggiormente cura del proprio benessere intestinale; addirittura riusciva a svuotare l’intestino ogni volta che si nutriva. Oggi purtroppo, si accumulano una gran quantità di tossine e rifiuti a causa della vita stressante e della stipsi che favorisce la sosta nell’intestino di una mole pari a 4-5 chili di residui. È stimato che il 2% della popolazione fino ai 65 anni sia affetta da stipsi; tale frequenza aumenta in modo esponenziale con l’età fino ad arrivare ad una prevalenza del 41% registrata nei pazienti ricoverati.
In questo modo il nostro colon si intasa riempiendosi di sostanze nocive che ne alterano la funzionalità.
Così ci ammaliamo sviluppando disturbi a carico delle vie respiratorie, della digestione del sistema nervoso o della pelle: in pratica, la nostra qualità di vita viene compromessa su diversi fronti.

La stipsi, più conosciuta come stitichezza, può essere collegata ad uno scarso apporto di fibre per errata igiene alimentare, sebbene anche aspetti psicologici, come preoccupazioni o tensioni di vario genere, possono contribuire alla sua comparsa e alla sua durata nel tempo. Recentemente la scienza sta rivalutando l’importanza dell’intestino in relazione al vissuto psichico, tanto che viene utilizzata la definizione di secondo cervello in riferimento a tale apparato.
Un intestino crasso sovraccarico esercita una trazione permanente sulla rachide lombare attraverso il peritoneo e inoltre impedisce la corrente reflua venosa che parte dalle estremità inferiori e causa una continua pressione sulla vescica, l’utero o la prostata.
Le conseguenze della stipsi comprendono:

  • diverticolite

  • depressione

  • cefalea

  • disturbi cardiaci d’origine gastrica

  • meteorismo

  • senso di flatulenza

  • rischio di sviluppo carcinoma del colon

L’idro-colon-terapia è uno dei trattamenti in grado di ripristinare la fisiologia intestinale. Si tratta di un lavaggio prolungato dell’intestino per mezzo di un attrezzatura dedicata; una sorta di elaborato clistere. La tecnica dell’idrocolonterapia sfrutta il potere purificante dell’acqua secondo un metodo utilizzato fin dall’antichità per restituire al corpo e alla mente la leggerezza della purezza e dell’armonia tipico di una vita sana.

COME AGISCE L’IDRO-COLON-TERAPIA

Dal punto di vista puramente meccanico l’enteroclisma, insieme alla peristalsi naturale, porta ad un immediato e completo svuotamento dell’intestino crasso, con il quale si eliminano anche i vecchi residui fecali, ricchi di tossine. Si possono migliorare la disinfezione e la pulizia attraverso l’aggiunta di ozono o sali ed il massaggio manuale del colon sulla parete addominale.
Attraverso l’effetto di diluizione dell’acqua riassorbita, il lavaggio aumenta l’irrorazione sanguigna, esercita un’azione diuretica ed un effetto training sui muscoli longitudinali e gli sfinteri della parete intestinale.
L’effetto fisico e termico dell’acqua che entra ed esce a diverse temperature ha un’azione positiva sull’intero intestino. La fase dell’irrigazione a 40 gradi esercita un effetto iperemizzante sul polo inferiore dei reni.
Con questa terapia si massaggiano anche gli ureteri. Nel trattamento conservativo dei calcoli all’uretra agiscono soprattutto l’aumento della diuresi, l’azione spasmolitica dell’acqua calda e l’effetto sull’uretere di stimolazione della peristalsi.
L’Idrocolonterapia appare un presidio fondamentale quando ci si trovi di fronte a stipsi croniche di vario genere. A seconda dei casi il numero delle sedute può variare da un minimo di dieci fino ad un massimo di trenta.

INTOSSICAZIONE A PARTENZA INTESTINALE: L’AUTOINTOSSICAZIONE

Nell’organismo esiste una circolazione enteroepatica delle sostanze secrete nell’intestino (acidi biliari e loro cataboliti) e di farmaci (ad esempio i preparati digitali e altri). Inoltre, attraverso il metabolismo batterico, nell’intestino si formano un gran numero di tossine. Tra queste si annoverano gli alcol metanolo, etanolo, propanolo e butanolo, l’ammoniaca che si forma nella proteolisi, lo scatolo responsabile dell’odore delle feci, le tossine cadaveriche putrescina e cadaverina, così come l’indolo. Normalmente il corpo dispone di meccanismi di disintossicazione talmente buoni da non poter essere danneggiato da queste sostanze.
In situazioni eccezionali però si può avere un’intossicazione di ritorno con queste sostanze, che, insieme ad altre, possono contribuire all’insorgere di un carcinoma dell’intestino crasso. Secondo le conoscenze della medicina naturale queste sostanze causano o favoriscono numerose malattie.
Il meccanismo d’azione dell’idrocolonterapia si spiega attraverso l’influsso sul sistema linfatico intestinale, il sistema nervoso intestinale e la “disintossicazione”. Le ricerche hanno dimostrato dimostrano che, se il fegato è già danneggiato o sovraccarico, il riassorbimento di sostanze nocive, soprattutto dell’ NH3, causa manifestazioni di avvelenamento. Determinanti per questo tipo di avvelenamenti sono soprattutto il tempo di transito del contenuto intestinale e la qualità microbica nell’intestino crasso.
Fattori che influiscono sull’autointossicazione:

  • combinazioni alimentari

  • tempo di passaggio del contenuto intestinale

  • tempo d’azione dei batteri intestinali sul contenuto intestinale

  • tipo di colonie batteriche intestinali

  • alterazioni flogistiche della membrana mucosa intestinale

  • rendimento metabolico del fegato

  • eventuale colonizzazione di miceti nel tratto gastrointestinale

I pazienti con stipsi cronica hanno intervalli tra una defecazione e l’altra che durano fino a 14 giorni, arrivando quasi a stati di occlusione intestinale. In questi pazienti il riassorbimento delle tossine soggiace probabilmente alle stesse leggi fisiche dell’occlusione intestinale.
Conseguenze dell’autointossicazione sono:

  • poliartrite cronica

  • affezioni allergiche

  • dermatosi

  • emicrania e cefalea

  • prostatite cronica

  • asma bronchiale

  • iper- e ipotensione

  • intossicazione generale

INDICAZIONI DELL’IDROCOLONTERAPIA

  • stipsi cronica

  • meteorismo

  • diarrea cronica

  • colon atonico

  • colon irritabile

  • emorroidi

  • colon spastico

  • diverticolite

  • morbo di Crohn

  • calcoli dell’uretere

  • infezioni parassitarie (vermi)

  • micosi intestinali (miceti intestinali)

  • proctoplegia e paraplegia

  • preparazione agli esami dell’intestino crasso come colonscopia, clisma opaco, preparazione che precede un intervento chirurgico intestinale, rettoscopia, sigmoidoscopia

CONTROINDICAZIONI DELL’IDROCOLONTERAPIA

  • aneurisma aorta addominale

  • anemia

  • infiammazioni intestinali acute (rettocolite ulcerosa in fase attiva, morbo di Crohn in stato avanzato), diverticolite

  • ernie interstiziali

  • recenti operazioni all’intestino crasso

  • recenti operazioni al colon o sul retto-ano

  • ragadi e fistole

  • emorragie gastrointestinali

  • perforazioni

  • gravidanza dal 3° mese in poi

  • stenosi anali gravi (che controindicano l’introduzione della specula per la esecuzione dell’ICT)

  • uno stato di gravidanza (dopo il IV mese)

  • gravi patologie cardiache

  • infarto intestinale

COME SI SVOLGE IL TRATTAMENTO

Il tubo intestinale usato per il lavaggio ha un afflusso d’acqua di circa cinque millimetri di diametro. Il lavaggio è inodore.
Il tubo è rivestito di vaselina o di uno specifico gel e viene inserito con attenzione nell’intestino caudale mentre il paziente, che indossa i pantaloni, sta sdraiato su un fianco.
Il trattamento comincia con l’acqua calda a 40 gradi.
La velocità del flusso e la pressione si regolano in modo tale che l’acqua entri con lentezza e continuamente nell’intestino e che solo lentamente ne derivi un senso di pressione. Un leggero massaggio dell’addome in senso antiorario aiuta l’afflusso dell’acqua e lo dirige anche nelle zone problematiche. Secondo le reazioni del paziente si può cambiare più volte la temperatura dell’acqua. Per eliminare completamente i gas e i residui fecali bloccati, il paziente deve eventualmente girarsi più volte sul lato sinistro o destro.

Regole comportamentali nel giorno del trattamento:

  • prima della terapia il paziente deve vuotare la vescica

  • i trattamenti del mattino devono essere fatti a digiuno

  • per i trattamenti pomeridiani il paziente deve presentarsi senza avere pranzato

  • i farmaci salvavita devono essere assunti dal paziente da due a tre ore prima della terapia

  • per la tutela della sfera intima: camice o pantaloni per la terapia

24 ore prima della terapia bisogna evitare l’assunzione dei seguenti alimenti:

  • latte

  • yogurt

  • frutti

  • verdura cruda

Numero e durata delle applicazioni:

  • negli stati acuti da uno a tre lavaggi (parassiti, stipsi acuta dopo farmaci oppiacei o codeina)

  • nelle affezioni croniche da 10 a 15 lavaggi

  • in casi eccezionali sono consigliabili lavaggi regolari per un lungo periodo. Per ottenere l’effetto training per l’intestino sono consigliabili almeno due lavaggi alla settimana

  • durata della terapia per ogni seduta: almeno 30 minuti e al massimo 45-60

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