Il decimo cerchio

Appunti per una storia della disabilità

Accompagnato da Virgilio, Dante visitò tutti e nove i cerchi dell’Inferno ma in quel luogo spaventoso non trovò traccia dei disabili. Eppure, a quel tempo, essi erano considerati portatori del peccato massimo e cioè la non conformità al paradigma della specie umana, ossia all’immagine di Dio.
Il decimo cerchio è quel pezzo di Inferno che va cercato sulla terra. Da sempre l’esser fuori da una norma è considerato un attentato all’ordine naturale delle cose, un pericolo da combattere con ogni energia. Essere diversi dalla maggioranza dei propri simili produce uno svantaggio sociale, un handicap, e relega l’individuo ai margini della comunità di appartenenza, quando non lo estromette del tutto.
La storia della disabilità e della sua percezione culturale nelle varie epoche è la mappa delle più irrazionali e ataviche paure dell’uomo: l’orrore della diversità e il sospetto che possa portare sciagura e morte, con la conseguente feroce determinazione a cancellare per quanto possibile ogni segno della differenza o almeno a negargli potenza e renderlo innocuo.

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